Stiamo attraversando un periodo di transizione energetica e non solo per quanto riguarda la mobilità, ma anche per la parte dei generatori termici/sistemi di riscaldamento.
Una delle domande che arriva spesso in redazione è proprio questa: visto l’energia che assorbe una pompa di calore non è il caso di avere installato un contatore trifase e non il classico monofase domestico?
CONTATORE MONOFASE O TRIFASE
Cominciamo col spiegare la differenza tra un contatore monofase e trifase.
Il primo utilizza due cavi elettrici, una fase e un neutro e supporta una tensione di 230 V, è comune nelle abitazioni residenziali standard dove i carichi elettrici non sono eccessivamente elevati. Quindi un contatore monofase è spesso sufficiente per gestire elettrodomestici di uso comune come frigoriferi, lavatrici e luci.
Il secondo (sistema trifase che supporta una tensione di 380 V tra due fasi e 230 V tra una e il neutro), al contrario, utilizza quattro cavi elettrici, tre fasi e un neutro per trasmettere energia elettrica ed quasi sempre necessario per avere più di 6 kW (CEI 0-21, par.7.2) di potenza disponibile, è sicuramente più efficiente per gestire carichi elevati e distribuisce meglio la potenza, riducendo le perdite energetiche. È usato da tempo per impianti industriali, ma ormai si sta diffondendo anche negli impianti residenziali che richiedono un alto consumo elettrico, come quelli dotati di pompe di calore o stazioni di ricarica per veicoli elettrici.
Ad oggi alcuni distributori suggeriscono un monofase fino a 6,6 kW disponibili e un trifase in bassa tensione fino a 16,5 kW disponibili, ma su richiesta del cliente, i distributori possono fornire il monofase fino a 10 kW e la bassa tensione fino a 30 kW (50 kW?). In ogni caso è il distributore locale che ha il potere decisionale poiché è il soggetto responsabile della gestione della rete elettrica. Ad esempio la richiesta di una fornitura monofase di potenza pari a 10 kW potrebbe essere respinta dal distributore per evitare inconvenienti tecnici di squilibrio sulla rete e di cadute di tensione.
QUINDI UN IMPIANTO CON POMPA DI CALORE NECESSITA DI CONTATORE TRIFASE O PU0′ RIMANERE COL MONOFASE?
Se si tratta di un impianto domestico modesto, molto probabilmente un installatore serio e preparato saprà consigliare lui stesso la potenza del contatore necessario, ma se andiamo su impianti più importanti, per es. dove è anche presente un sistema fotovoltaico e in aggiunta anche un piano cottura a induzione (il quale da solo può assorbire da 2 a 3 kW, ma anche oltre) in questo caso diventa indispensabile rivolgersi a specialisti capaci di:
- elaborare un’analisi tecnica
- definire un piano di costi accurato
POMPA DI CALORE: QUANTI KW SONO NECESARI PER M2
La formula per ottenere la potenza termica di una pompa di calore è la seguente:
Potenza termica (kW) = Fabbisogno termico * (20 °C – Temperatura min. progetto) / GradiGiorno / Ore riscaldamento giornaliere
Con questa formula si può determinare la potenza approssimativa che la pompa di calore dovrebbe avere per garantire una temperatura confortevole nell’ambiente, anche se per avere un calcolo preciso, bisognerebbe affidarsi ad un tecnico specializzato il quale, dopo avere effettuato un sopralluogo potrà valutare tutte le variabili necessarie ad ottenere un calcolo preciso.
Per una valutazione empirica e indicativa di quanti kW deve vere la pompa di calore è possibile prendere in considerazione anche solo le dimensioni della stanza, moltiplicandola per un coefficiente di coibentazione che varia a seconda del livello di isolamento dell’edificio:
- 0,04 kW/m2 per buona coibentazione (nuovi edifici)
- 0,11 kW/m2 per scarsa coibentazione (vecchi edifici)
Quindi per un appartamento di 100 mq e un coefficiente di coibentazione medio di 0,07, la pompa di calore dovrà avere una potenza termica di 7 kW (100 x 0,07).
Con questo calcolo è possibile quindi fornire delle indicazioni di massima sulle dimensioni di una pompa di calore a seconda della metratura degli edifici con coibentazione medio-alta.
- Superficie fino a 80 m2: pompa di calore da 4-6 kW
- Superficie da 80 a 120 m2: pompa di calore da 6-8 kW
- Superficie da 120 a 160 m2: pompa di calore da 8-10 kW
- Superficie oltre 160 m2: pompa di calore da 10 kW o superiore
Come già detto sopra, trattasi di un’approssimazione a titolo di esempio; ogni casistica ha sicuramente bisogno di valutazioni specifiche e di una consulenza tecnica dedicata, coinvolgendo dei tecnici specializzati che sapranno procedere alla scelta della pompa di calore più adatta alle caratteristiche dell’edificio e alla zona climatica in cui è ubicato.
CONCLUSIONI
Bisogna fare questa valutazione:
se si possiedono le classiche utenze domestiche, illuminazione e tutti i comuni elettrodomestici è sufficiente il contatore monofase, con un risparmio economico sull’impianto stesso
se invece abbiamo in casa altre esigenze, come per es. una pompa elettrica per la piscina o per il pozzo, oppure per macchinari particolari come trapani a colonna, compressori o seghe circolari o ancora una pompa di calore con un certo assorbimento di kW, in questo caso sarà necessario valutare l’installazione di contatore trifase.