Negli edifici sottoposti a tutela ai sensi del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.42, è di primaria importanza garantire la salvaguardia del patrimonio culturale, ma in alcuni casi risulta difficile realizzare le soluzioni previste dalle regole tecniche, e si ricorre frequentemente a procedimenti in deroga contenenti l’adozione di soluzioni di tipo impiantistico. La protezione attiva attuale si avvale infatti di nuove tecnologie ormai collaudate in diversi ambiti.
Tra i sistemi di protezione attiva maggiormente innovativi e compatibili con gli edifici storici risultano meritevoli di attenzione quelli ad acqua nebulizzata ad alta pressione water mist, che in tali contesti edilizi rappresentano la soluzione maggiormente performante rispetto al tradizionale impianto sprinkler, in virtù delle ridotte dimensioni e dei limitati effetti collaterali dovuti alla scarica d’acqua nebulizzata.
Come progettare edifici sottoposti a tutela?
Il rispetto delle prescrizioni impartite dalle normative antincendio, soprattutto per quanto riguarda le protezioni passive, non è sempre possibile quando si parla di edificio sottoposto a tutela ai sensi del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, a causa del vincolo che implica il dovere di conservare l’opera in quanto tale.
Quindi si cercano soluzioni in deroga a quelle previste dalle regole tecniche specifiche, secondo quanto previsto dall’art.6 del decreto 07/08/2012.
In questo contesto la linea guida pubblicata nel gennaio 2016 risulta un utile strumento per procedere alla progettazione, richiamando in maniera particolare la struttura del Codice.
Decreto impianti: D.M. 20/12/12: chi redige il progetto d’impianto?
Il Decreto Impianti nell’art.4 contempla gli obblighi di responsabilità relativi alla regola d’arte degli impianti secondo quanto prescritto dalle specifiche regolamentazioni, dalle norme di buona tecnica e dalle istruzioni fornite dal fabbricante.
Tale decreto richiede la redazione di un progetto per l’installazione, la trasformazione e l’ampliamento degli impianti da parte di un tecnico abilitato. Nel caso in cui tali impianti venissero realizzati secondo le norme pubblicate da organismi di standardizzazione internazionalmente riconosciuti nel settore antincendio, il progetto dovrà essere redatto da un professionista antincendio.
La tecnologia water mist
Con l’emanazione negli anni 90′ del protocollo di Montreal sulla protezione dello strato di ozono e del conseguente abbandono dell’halon, ha origine lo sviluppo di una nuova tecnologia di impianto antincendio fondata sull’utilizzo di acqua nebulizzata denominato water mist.
Caratteristiche e principali vantaggi della tecnologia water mist
Rispetto alla tipicità dell’impianto sprinkler, il sistema water mist utilizza tutta la potenza dell’acqua in forma nebulizzata. In seguito alla produzione di nebbia finissima, costituita da elevatissime quantità di micro – gocce d’acqua di diametro 50-150 micron scaricate ad alta velocità, si ottiene una triplice efficacia di: raffreddamento, inertizzazione e blocco della trasmissione del calore, spegnendo velocemente qualunque tipo di incendio ed in particolare quelli di classe A (materiali soldi) e di classe B (liquidi infiammabili)…
Fonte: InSic