Il Presidente Avv. Colombo Clerici: “E’ inconcepibile che ciò continui ad avvenire negli anni duemila, in un paese moderno e civile”
Sono troppo frequenti i casi che dimostrano la pericolosità del gas (metano in particolare). Secondo i Vigili del Fuoco, in Italia si sono contati nei primi mesi del 2016 38 esplosioni e 10.625 fughe di gas. L’anno precedente si erano registrate 177 esplosioni (una ogni due giorni ) e oltre 23.000 fughe di gas. Morti, feriti, danni difficilmente calcolabili. E’ quasi un bollettino di guerra. Ma è possibile che ciò continui ad avvenire, negli anni Duemila ed in un Paese moderno e civile?
In questo quadro, si potrebbe pensare che il pubblico debba assumersi l’onere di tutelare la sicurezza dei cittadini, ma non ne dispone la integrale obbligatorietà; non stabilisce che gli enti erogatori (che esercitano un’attività economica, traendone profitto, costituente però al tempo stesso un servizio di interesse pubblico) eseguano, sotto la loro responsabilità, i relativi controlli di regolarità dell’uso e di applicazione di tutte le misure di sicurezza all’interno delle abitazioni, oltre che all’esterno, interrompendo l’erogazione in caso di anomalie; non dispone per una assicurazione sociale (come la previdenza e l’assistenza sociali) che risponda, in termini di primo rischio assoluto e con copertura del cento per cento, sul piano non solo della responsabilità civile, ma anche del costo di ricostruzione dell’immobile.
Ci si dimentica che non ci troviamo di fronte ad una calamità naturale ineluttabile, come fosse un terremoto od una inondazione, generata dalle forze della natura; ma ad un fatto causato da azioni umane (private e pubbliche) combinate a norme di legge lacunose o distorte.