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Fuga di gas, morirono in cinque Assolti in appello i tecnici di Hera

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L’esplosione del dicembre 2006 distrusse una palazzina a Monterenzio. Condannato, con pena ridotta, solo il legale rappresentante della ditta che si occupò della saldatura

Assoluzione per tutti i tecnici di Hera nel processo di appello sull’esplosione causata da una fuga di gas, che il 23 dicembre 2006 distrusse una palazzina a San Benedetto del Querceto, frazione, di Monterenzio, Appennino bolognese, uccidendo cinque persone. La terza sezione penale ha condannato, riducendo la pena da tre a due anni con la sospensione condizionale, un solo imputato, Ferdinando Santini, all’epoca dei fatti legale rappresentante di Tecno Impianti, ditta che si occupò della saldatura.

Sono invece stati assolti per non aver commesso il fatto Fabrizio Mazzacurati, all’epoca dei fatti responsabile area reti di Hera, difeso dagli avvocati Guido Magnisi e Patrizio Orlandi, Marco Melossi (capo gestioni reti Seabo), Dovilio Albertini e Roberto Raggi (funzionari del distretto Hera di Loiano).

Il processo era stato riaperto in appello con la nuova perizia tecnica sull’esplosione, chiesta dagli avvocati Magnisi e Orlandi e disposta dai giudici, presieduti da Roberto Cigarini. La perizia, redatta dall’ingegner Gianni Bresciani e dal geometra Francesco Maccio, ha escluso che l’intervento, date le circostanze tempestivo, potesse essere collegabile con l’esplosione, essendo l’atmosfera già da ore satura di metano e quindi ormai in condizioni di esplosività al primo innesco, come in effetti è avvenuto. L’unico comportamento salvifico, per i periti, poteva essere lo sgombero immediato di tutta la zona, se fosse stato disposto da Carabinieri o Vigili del fuoco. In definitiva, dalla perizia è emerso che «l’emergenza di quel giorno è stata gestita al meglio ma si è dimostrato che comunque non si sarebbe potuto impedire crollo e morte. Personalmente esprimiamo grandissima soddisfazione per l’assoluzione per non aver commesso il fatto dell’ingegner, Mazzacurati, dirigente responsabile dell’emergenza in quel tragico giorno», commentano gli avvocati Magnisi e Orlandi. Continua a leggere

 

Fonte: Corriere di Bologna

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