Canna fumaria non a norma con dentro un notevole quantitativo di fuliggine. È partito il processo per incendio colposo a carico di Giuseppe Maggian e Artemio Chenet. I due, assistiti degli avvocati Carraro e Triolo, hanno un’abitazione a Cencenighe, in via Soppelsa. La procura della Repubblica li accusa di non aver reso sicura la canna fumaria, che era stata costruita in pietra e malta, cioè con materiali obsoleti e che non rispondeva alle norme di sicurezza vigenti.
Il resto l’ha fatto la quantità di fuliggine, che ha scatenato un incendio tale da mettere in pericolo l’incolumità dei condomini, oltre che degli altri residenti della strada. Nella prima udienza, il giudice Scolozzi e il pubblico ministero Gulli hanno ascoltato i vigili del fuoco, da quelli che hanno coordinato l’intervento, ai colleghi che sono arrivati sul posto per spegnere l’incendio.
Il comandante dell’epoca ha spiegato come funziona una canna e cosa può provocare un incendio. Da parte sua, ha semplicemente sottoscritto il rapporto dei suoi uomini, non trovandoci niente di strano. A seguire, i ragazzi del distaccamento di Agordo, che sono stati mobilitati dalla centrale operativa e hanno avuto il compito indubbiamente più difficile. Al loro arrivo a sirene spiegate, hanno visto fumo uscire dalla cantina e, quando ci sono entrati hanno visto che le fiamme stavano già distruggendo tutto. Si è parlato anche di una trave di legno. In tutto, tre ore d’intervento. I prossimi appuntamenti in aula sono stati fissati tra il 10 dicembre e il 28 febbraio.
Fonte: Corriere delle Alpi