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Amianto, non solo emergenza sanitaria

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L’amianto non è causa soltanto di un’emergenza sanitaria, ma anche ambientale e sociale. Questo il monito lanciato da ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, durante l’ultima assemblea pubblica organizzata a Volla (NA). Sul comune campano era operativa la fabbrica Sacelit, che per quasi trent’anni ha prodotto materiali per l’idraulica e l’edilizia in cemento-amianto. «Negli anni Sessanta trattavamo l’amianto come fosse fieno. Lo lavoravamo con i forconi, lo sminuzzavamo con le mani. Senza che nessuno ci avesse avvisato dei rischi», raccontò a Panorama un ex operaio della Sacelit.

Il primo caso di morte per mesotelioma si verificò nel 1993: su 224 lavoratori dello stabilimento, 55 sono certamente morti per malattie legate all’amianto. Un numero in continuo aumento, non solo tra gli operai, ma anche tra la popolazione locale. «La cittadinanza – ha dichiarato in assemblea l’ex sindaco di Volla Angelo Guadagno – ha pagato nel corso degli anni delle scelte che sono state fatte negli anni sessanta e sicuramente erano indirizzate nello sviluppo del territorio nell’aiutare le famiglie, ma che poi, a distanza di tempo, si sono manifestate nocive per molti cittadini».

«Volla – ha aggiunto Ezio Bonanni, presidente Osservatorio Nazionale Amianto  – costituisce l’epicentro di un generalizzato fenomeno epidemico di mesoteliomi, tumori polmonari e degli altri organi dell’apparato respiratorio e dell’apparato gastro intestinale, causati dalla esposizione all’amianto. In questo focolaio di emergenza, ONA ha deciso di celebrare in anticipo la Giornata Mondiale delle vittime dell’amianto». Ad Ezio Bonanni Ambient&Ambienti ha rivolto alcune domande.

Dottor Bonanni, come mai l’ Osservatorio Nazionale Amianto ha deciso di puntare i riflettori sulla realtà di Volla?
«La realtà di questa città è paradigmatica della situazione italiana. L’amianto continua a disperdere nell’ambiente la temuta fibra killer, sia nell’aria che respiriamo, sia nell’acqua che beviamo. I nostri acquedotti, in gran parte costruiti all’epoca con cemento-amianto, ormai fatiscenti si stanno sbriciolando. In questo contesto di emergenza, l’ex sindaco Guadagno aveva istituto una importante collaborazione con la ASL Napoli 3 Sud. I lavoratori della Sacelit sono stati sottoposti ad una costante sorveglianza sanitaria. Guadagno, inoltre, ha ottenuto l’inserimento di Volla nel programma di bonifica Terra dei Fuochi. L’ Osservatorio Nazionale Amianto  ha valorizzato l’impegno del sindaco Guadagno, nominandolo presidente della sede di Volla e membro del comitato tecnico-scientifico nazionale dell’Osservatorio».

Oltre agli impatti sulla salute, quali sono state le altre conseguenze degli sversamenti abusivi di amianto?

«Il mesotelioma presuppone sempre l’esposizione ad amianto che, nella quasi totalità dei casi, è di origine professionale. Tuttavia, non è da escludere che ci siano altri settori che rendono l’uomo particolarmente vulnerabile al pericolo amianto. C’è di sicuro un forte impatto sull’ambiente, che si ripercuote sulla salute umana: la contaminazione della terra, dell’acqua e del suolo, determina ulteriori patologie asbesto correlate. L’unico sistema efficace per evitare l’insorgenza di queste patologie è bonificare i territori, per evitare le esposizioni e le ingestioni di amianto e quindi le future patologie».

Sono allo studio diversi strumenti legislativi, per affrontare le conseguenze sanitarie ed ambientali relative al trattamento dell’amianto. Qual è il rapporto tra ecomafie ed amianto? Ritiene che gli attuali strumenti legislativi siano sufficienti a fronteggiare il fenomeno?

«L’amianto è un bancomat per le eco-mafie. Materiali di amianto giacciono nei siti abbandonati oppure sono sversati lungo le strade e in alcune discariche improvvisate. Gli attuali strumenti legislativi sono del tutto inefficaci e inefficienti. Innanzitutto è fondamentale diffondere la cultura della sicurezza e della tutela del’ambiente. Purtroppo, la legge sui reati ambientali approvata nel 2015 non ha effetti retroattivi. Occorre certezza della pena, bloccare la prescrizione alla data di inizio delle indagini, ovvero del dibattimento in primo grado e subordinare la concessione delle attenuanti generiche e della sospensione della pena al ripristino ambientale o al risarcimento dei danni».

A che punto è la bonifica dei territori a livello nazionale?

«Le bonifiche vanno molto a rilento. Si tratta di progetti articolati, che devono essere sostenibili dal punto di vista economico-finanziario. Occorre coniugare le bonifiche con lo sviluppo economico, con l’ammodernamento delle infrastrutture e dei sistemi industriali, tali da portare alla messa in opera di nuovi stabilimenti e di nuovi macchinari privi di amianto. Sono necessari interventi nell’edilizia scolastica, capaci allo stesso tempo di determinare maggiore efficienza e con essa automaticamente la rimozione dei materiali contenenti amianto. Così vale per tutti gli altri edifici pubblici e anche per gli edifici privati. Occorre valorizzare la collaborazione tra cittadini, istituzioni ed associazioni, per sfruttare al meglio i finanziamenti previsti per le bonifiche, come ad esempio i fondi strutturali europei. Diffondere la consapevolezza del rischio amianto può permettere anche la diminuzione delle spese sanitarie, previdenziali ed assistenziali».

Fonte: Ambiente e Ambienti

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