San Vendemiano, diciassettenne perse la vita nel 2014 per il monossido uscito da uno scaldabagno La Procura vuole processare il genitore responsabile della manutenzione dell’apparecchio domestico
È accusato di omicidio colposo il padre di Chen Jianbin, il 17enne di origini cinesi trovato senza vita nel gennaio del 2014 all’interno del bagno della sua abitazione al civico 137 di via Liberazione. Era stato il sostituto procuratore Iuri De Biasi ad avviare l’indagine che aveva l’obiettivo di fare chiarezza su quali fossero state le cause della morte del giovane. Dall’inchiesta era emerso che ad ucciderlo era stata una fuga di monossido di carbonio provenienti da un vecchio scaldabagno a gas. A trovarlo era stata la madre. Nelle ore precedenti la donna aveva cercato di rintracciarlo al telefono senza riuscirci. Per la vicenda era poi stato indagato il padre del giovane con l’accusa di omicidio colposo, mentre il proprietario dello stabile in cui risideva il ragazzo Furong Li, 55 anni residente a San Vendemiano aveva patteggiato un anno di reclusione pena sospesa.
Il padre del giovane, Yushan Chen, 47 anni, difeso dall’avvocato Pretty Gorza ha scelto la via dibattimentale per provare la sua totale estraneità ai fatti che hanno portato all’enorme tragedia familiare. Il difetto della caldaia, secondo la difesa, non dipende da alcuna mancata manutenzione. Vittima della tragedia un giovane che frequentava l’Ipsia, studente modello che si era recentemente aggiudicato anche una borsa di studio. Timido e riservato il giovane era nato il 16 dicembre del 1996 a Fujian, provincia della Cina sud-orientale, una località affacciata allo stretto di Taiwan, con circa 35.110.000 abitanti. Nove anni fa era giunto in Italia insieme alla famiglia, alla ricerca di un condizioni di vita e prospettive migliori. In quella villetta a due piani di via Liberazione viveva insieme ai genitori, a un fratello e ad altri connazionali. E proprio lì, tra quelle mura che avrebbero dovuto farlo sentire al sicuro, lo ha atteso un tragico destino.
Secondo il medico legale sarebbe morto circa 12 ore prima del ritrovamento del corpo da parte della madre. Secondo la ricostruzione, il ragazzo era andato in bagno per lavarsi. E’ stata la madre, che si trovava fuori casa, a lanciare l’allarme perché da ore il figlio non rispondeva al telefono. Il diciassettenne era stato s trovato esanime sul pavimento del bagno, ucciso da esalazioni di monossido di carbonio prodotte da uno scaldabagno difettoso. Al dolore della comunità cinese si era unito quello dei residenti, sconvolti da una tragedia inspiegabile. Lacrime e dolore anche tra i compagni di scuola.
Fonte: La Tribuna di Treviso