I luoghi contaminati dall’amianto in Italia sono ancora troppi. Purtroppo la grande produzione e consumo dell’asbesto nel passato si fanno sentire anche oggi
In Italia i luoghi contaminati dall’amianto purtroppo sono decisamente tanti, anzi troppi; si va dal Piemonte alla Campania, ma quasi tutte le regioni italiane sono affette da questo grave problema. In effetti, non molti siti di lavorazione dell’asbesto sono stati bonificati e i motivi alla base di questo immobilismo sono stati diversi, tra questi troviamo la carenza di risorse e un coordinamento assente tra le regioni, i comuni e lo stato. Le stime dei siti da bonificare sull’intero territorio nazionale arrivano a 300 mila, una cifra che fa ben riflettere sulla grave portata di questo problema.
Il 28 aprile si è celebrata la Giornata mondiale per le vittime dell’amianto, un evento importante che riguarda l’Italia molto da vicino. Il Bel Paese, infatti, è stato nel passato sia il principale consumatore sia il secondo produttore, alle spalle della Russia, della fibra asbestosa. Migliaia di lavoratori e di loro familiari hanno lavorato o abitato per anni in luoghi contaminati dall’amianto, finendo molte volte per contrarre tumori e neoplasie. In numerosi casi questi siti coincidono con le aree più inquinate d’Italia.
Tra questi, dodici meritano particolare urgenza, per motivi legati ad ambiente e sanità. I siti comprendono, tra gli altri, Balangero in Piemonte e Pitelli in Liguria, la Valle del Basento in Basilicata e parte dell’area litorale del Vesuvio, oltre allo stabilimento Eternit di Bagnoli in Campania. Particolare attenzione va rivolta alle scuole: stando ai dati forniti dal Censis le scuole italiane che presentano amianto sono ben 2000, con 300 mila studenti a rischio per la loro salute. I primi da salvaguardare devono essere proprio loro. La strada per bonificare i luoghi contaminati dall’amianto in Italia è ancora lunga, ma un occhio fiducioso sul futuro non può che essere d’obbligo.
Fonte: Qui Finanza