Ad aggiudicarsi il bando di bonifica la Atr, tra i cui proprietari c’è anche Giovanni Pellini, dichiarato colpevole in secondo grado anche per disastro ambientale (7 anni di reclusione). Il vicesindaco ha spiegato: “Non sono emersi elementi formali e legali per non assegnare il lavoro”
La bonifica nelle mani di chi è accusato di aver inquinato. Succede a Napoli dove la gara, indetta dal Comune, per la rimozione dell’amianto è stata aggiudicata dalla società Atr con sede ad Acerra. Tra i proprietari dell’azienda figura Giovanni Pellini, condannato in secondo grado per traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale a 7 anni di reclusione. Formalmente tutto in regola ribattono da Palazzo di città, ma l’aggiudicazione ha scatenato, come ovvio, la legittima protesta dei comitati e delle associazioni che, numerose, aveva seguito il processo a carico di Giovanni Pellini e dei suoi fratelli, Cuono e Salvatore, quest’ultimo ex maresciallo dei carabinieri, accusati di aver messo in piedi un traffico illecito di rifiuti e aver provocato un disastro ambientale nel territorio di Acerra, movimentando e scaricando illegalmente tonnellate di pattume di ogni genere.
L’attivista Alessandro Cannavacciuolo, da anni in prima linea contro la mattanza ambientale in terra campana, non trova le parole per esprimere la sua indignazione: “E’ vergognoso. Il nostro grido di dolore, il nostro amore per questa terra, le nostre paure corazzate di coraggio, non vi permetteranno minimamente di calpestarci di nuovo”. La gara da 204mila euro è stata aggiudicata da Atr con un ribasso del 45% battendo la concorrenza dell’azienda Deflam. Il vicesindaco di Napoli Raffaele Del Giudice ha spiegato al Corriere del Mezzogiorno che per primo ha sollevato il caso: “Non sono emersi elementi formali e legali per non assegnare il lavoro ad Atr. Sono sempre più convinto della necessità di adeguare gli strumenti di monitoraggio delle imprese e di creare aziende pubbliche in grado di effettuare interventi di risanamento ambientale delicati e a rischio”.
Ora la società Atr, nella galassia delle sigle dei Pellini, si occuperà del recupero e smaltimento dell’amianto. La sentenza di secondo grado è arrivata lo scorso anno. Così i giudici di Appello descrivono le responsabilità dei fratelli Pellini: “Gli imputati non risultano meritevoli delle attenuanti generiche, in ragione delle allarmanti modalità della condotta posta in essere (…) La condotta si connota di particolare gravità, tenuto conto della professionalità serbata nell’azione criminosa e del grave allarme sociale che promana dal fatto”. Professionalità ora al servizio del Comune di Napoli.
Fonte: Il Fatto Quotidiano