Il Tar scioglie il nodo caldaie. E sblocca i controlli, nella città capoluogo fermi da oltre un anno. Con un’ordinanza pubblicata l’11 settembre scorso, infatti, i giudici amministrativi di Lecce hanno respinto la richiesta della Provincia di sospendere i provvedimenti con i quali la Regione le ha affidato i controlli sulle caldaie anche nella città barocca, dopo che, il 31 luglio 2014, scaduto il contratto con la cooperativa Vit affidataria del servizio, proprio Palazzo Carafa aveva rinunciato ad occuparsene, come la legge gli consentiva di fare.
«Il ricorso – scrivono i giudici – non sembra assistito da fumus di fondatezza apparendo preponderante l’esigenza di assicurare l’espletamento del servizio di ispezione e controllo degli impianti termici nel territorio di riferimento».
Non a caso, pochi mesi fa, è stata proprio Confartigianato a sollecitare una presa di posizione diversa di Palazzo dei Celestini, preoccupata, l’associazione, del deficit di sicurezza che i mancati controlli hanno creato e del rischio che sulla testa dei leccesi potessero piovere multe salatissime proprio per l’assenza delle verifiche previste dalle norme.
La decisione del Tar, che accoglie in toto le ragioni della Regione Puglia, apre uno spiraglio, quindi, anche per i 27 lavoratori della Vit che, dopo luglio 2014, sono rimasti in mezzo a una strada visto che la Provincia non ha voluto assorbirli all’interno della Nuova Salento Energia, che si occupa dei controlli lungo tutto il territorio salentino. Una decisione che l’assessore Loredana Capone ritevena e ritiene oggi «incomprensibile», alla luce del fatto che «tale attività sarebbe a costo zero per la Provincia perché si auto-remunererebbe».
Oggi Capone ci va giù durissima, sottolineando che il numero uno di Palazzo dei Celestini Antonio Gabellone «non ha più alcun alibi dopo l’ordinanza del Tar. Quello tenuto finora – continua – è un atteggiamento davvero inaccettabile, soprattutto se si considera che in ballo c’erano, e ci sono, venti dipendenti che, per colpa di un’incomprensibile mancanza di volontà dell’ente di assumere le attività delegate, avrebbero potuto essere espulsi dal mondo del lavoro e andare incontro allo spettro della disoccupazione. A questo si aggiunga che la delega di funzioni da parte della Regione inerente il territorio di Lecce sarebbe ed è effettivamente tale da concorrere a salvare i altri lavoratori.
La scelta della Provincia resta comunque all’evidenza ancora più incomprensibile. Provvidenziale, dunque – chiude l’assessore – la pronuncia del Tar che, non solo dà piena ragione alla posizione espressa dalla Regione, ma, malgrado l’ostinazione della Provincia, ha finalmente posto rimedio alla situazione richiamandola ai propri doveri». Cosa accadrà ora e se Palazzo dei Celestini sceglierà di appellarsi al Consiglio di Stato è presto per dirlo, ma certamente i controlli sulle caldaie leccesi potranno riprendere.
Fonte: Quotidiano di Puglia