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Sigilli alla canna fumaria, chiuso ristorante. La titolare: «Assurdo, abbiamo aspettato due anni per avere tutti i permessi»

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art nuovo sitoNove dipendenti a casa. La titolare: «Assurdo, abbiamo aspettato due anni per avere tutti i permessi»

Sigilli alla canna fumaria e nove dipendenti a casa. Questo il risultato di un provvedimento notificato al ristorante la Pinta di Porto Ercole da due agenti della polizia municipale argentarina, addetti all’edilizia privata che agiscono per la Procura della Repubblica.

Una situazione definita dalla titolare dell’attività, Cinzia Pagano, «assurda e paradossale». Tutto dipenderebbe dalla canna fumaria del ristorante che darebbe fastidio alla proprietaria di una casa che di trova sopra il ristorante. Una canna che sembrerebbe non conforme e dalla quale uscirebbe odore di fritto. «La canna fumaria – racconta la signora – è stata costruita lo scorso anno con tutti i permessi richiesti e concessi da Siena e dal Comune di Monte Argentario. Mentre la canna fumaria era in fase di ultimazione la proprietaria della casa sopra il ristorante avrebbe iniziato a protestare per il manufatto dichiarando che questo le dava fastidio».

Nonostante tutti i permessi l’attività della famiglia Pagano, adesso, alla vigilia dello scoccare della stagione estiva, è stata chiusa e l’unica cosa che ora si vede guardando la canna fumaria è un sacco nero con i sigilli che ne impediscono qualunque uso. Una situazione che per i proprietari del ristorante ha dell’incredibile. «Persino il nostro avvocato – dice la Pagano – sostiene di non aver mai assistito a una cosa simile». E che sia incredibile o assurdo uno è il risultato di questa storia: la Pinta è chiusa e 9 dipendenti, tutti assunti regolarmente e tutti di Porto Ercole, sono a casa senza lavoro nel pieno della stagione con tutto quello che ne consegue. La famiglia è disperata anche perché sono molti gli investimenti che Cinzia e il marito hanno fatto per prendere questa attività. «Queste sono cose che non possono accadere – dice la donna – abbiamo aspettato due anni per avere i permessi, i professionisti ci avevano garantito che tutto era a posto. Ora questa tegola che ci taglia le gambe». Una attività che oltre a dare lavoro a 9 portercolesi si serve di fornitori locali, per ogni esigenza, sia tecnica (come i professionisti che hanno fatto i progetti della canna fumaria) sia per l’acquisto dei prodotti necessari per lo svolgimento dell’attività di ristorazione. Un locale nato per dare lavoro ai figli della coppia che aveva da subito ingranato e che adesso, nonostante anche i numerosi accordi con la signora, l’installazione, sulla canna, di un filtro costato 10.000 euro e mille altre attenzioni nei confronti della proprietaria, ha prodotto il risultato peggiore. Una attività florida chiusa.

Anche l’amministrazione comunale di Monte Argentario sta cercando di venire a capo della situazione. A questo proposito, Michele Lubrano, delegato di Porto Ercole dice che «il Comune ha chiesto l’accesso agli atti per capire cosa sia successo e per cercare di sanare eventuali anomalie e permettere la riapertura di una attività molto importante per l’economia del paese».

 

fonte: Il Tirreno

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