Bollino caldaia a Perugia, manutentori in rivolta: «Troppi controlli e multe anche per i morti»
Ecco come funziona la normativa e dove nasce il caos. I caldaisti: «Arrivano sanzioni da 140 euro pure a chi è in regola, serve una sanatoria»
Ormai la chiamano «Odissea delle caldaie». Sono imbufaliti i manutentori di Perugia, che si dicono stritolati «tra leggi, varianti, bollini e verifiche non dovute» con multe salatissime che piovono su di loro e sugli utenti. Nei giorni scorsi una quindicina di aziende di caldaisti si sono riunite per chiedere un cambio di approccio alla questione, specie per ciò che riguarda le multe, alla luce dei controlli che sono partiti. Secondo quanto sostengono nel piano delle verifiche a tappeto sono finiti perfino i defunti, attraverso gli eredi, e anche se le abitazioni sono senza impianto di riscaldamento. E anche loro rischiano multe.
L’inizio dei problemi Tutto nasce dalla gara indetta dal Comune di Perugia nel 2012 per l’affidamento del “servizio per la verifica e il controllo dell’esercizio e della manutenzione degli impianti termici nonché l’aggiornamento del catasto degli impianti termici ricadenti nel territorio del Comune di Perugia”). A seguito della quale è stata disposta l’aggiudicazione definitiva in favore del raggruppamento temporaneo di imprese tra Itagas Ambiente s.r.l. (mandataria, con sede Pescara) e Servizi Energia Ambiente s.r.l. (mandante, con sede Roma); la durata della concessione era pari a quattro anni, decorsi dalla data di stipula del contratto. Il 26/11/2013, poi Itagas ha dato comunicazione di aver ceduto il ramo d’azienda “Ispezioni e impianti termici” alla Itambiente srl a partire dal 22/11/2013. Il valore della concessione era di 3.089.200 euro, corrispondente al fatturato indicativo per i quattro anni di durata della concessione, mentre il canone annuo concordato era di 96.843 euro. La copertura economica del servizio, oggetto della concessione, “deriva dalla riscossione del bollino e dalle verifiche a pagamento nei confronti dei conduttori che non hanno fornito l’autocertificazione”.
Rinegoziazioni e norme complicate Siccome nel 2014 è cambiata la normativa regionale in materia, che ha portato i controlli da effettuare (bollino) ogni quattro anni, anziché ogni due, con i nuovi importi dei bollini da 10 a 15 euro, ma anche altri cambiamenti, come l’obbligo di ispezione si è ridotto ai soli impianti non autocertificati. il Comune ha rinegoziato il contratto con la concessionaria. Queste le decisioni: impianti con RCT redatto prima del 06/06/2013, privi di bollino, consegnati dopo il 15 ottobre 2014, vengono considerati non autocertificati; non vengono considerati validi gli RCT antecedenti il 15/08/2012, in quanto per il Comune di Perugia la loro validità è scaduta antecedentemente all’entrata in vigore delle disposizioni regionali, 14/08/2014; per gli RCT redatti prima del 13/08/2014, con bollino secondo le precedenti tariffe, la consegna era prevista entro il 13/09/2014, affinché l’impianto venisse considerato autocertificato; gli impianti con RCT non consegnati entro i 60 giorni dalla data di redazione (termine disposto dalla DGR961, del 28/07/2014, all. a, punto 7.3), vengono considerati dal Comune di Perugia non autocertificati e il costo dell’ispezione, i famosi 140 € sarà a carico del responsabile dell’impianto sulla base delle tariffe previste al punto 11.17 delle disposizioni regionali. Su richiesta dei manutentori e vista l’indisponibilità dei bollini nel nuovo importo di 15 euro, il termine ultimo per la consegna cartacea degli RCT è stata fissata al 31/12/2014.
Gravissimi disagi Da tutto questo, secondo i manutentori, derivano i «gravissimi disagi in capo ai cittadini e agli stessi manutentori, determinando una serie di ispezioni a pagamento anche in presenza di impianti regolarmente revisionati e sottoposti al controllo dell’efficienza energetica (controllo fumi e rendimento di combustione); inoltre altre sanzioni sono state previste a carico dei manutentori in caso di mancata trasmissione o trasmissione in ritardo dei rapporti. «Vi sono centinaia di utenti – spiegano le ditte di manutenzione – interessati da interventi di revisione degli impianti, anteriormente all’entrata in vigore del bollino, ma ancora validi, i cui RCT cartacei non sono stati consegnati dai manutentori secondo le disposizioni e accordi tra Comune di Perugia e Ati, i quali sono stati interessati da richieste di pagamento di € 140 per “visite ispettive non dovute” , con evidente aggravio di costi per gli stessi, del tutto ingiustificato». Inoltre «molti utenti, pur essendo in regola con gli obblighi di legge, hanno ricevuto “sanzioni” e/o richieste di pagamento non dovute, anche a causa di malfunzionamenti della banca dati degli impianti e, ciliegina sulla torta, l’entrata in vigore della nuova normativa ha determinato oneri particolarmente gravosi a carico dei manutentori».
Le richieste A questo punto dopo numerose proteste, i manutentori chiedono: di verificare lo stato di attuazione della concessione e rivedere le misure sanzionatorie e/o addebiti applicati ai responsabili degli impianti; che le eventuali sanzioni ed ispezioni siano eseguite per i soli impianti che non siano in regola con gli obblighi di legge in termini di revisione e controllo dell’efficienza energetica con esclusione di tutti gli altri, compresi i defunti perché anche loro, attraverso gli eredi, sono stati raggiunti pur con le abitazioni senza impianto di riscaldamento; consentire ai manutentori il caricamento di tutti gli RCT e i REE regolarmente compiuti, da cui risulti che gli impianti sono in regola con gli obblighi di legge in termini di revisione e controllo dell’efficienza energetica degli impianti e che per questo lavoro di inserimento dati venga riconosciuta una cifra anche minima quale ammortamento all’azienda manutentrice; annullare, in autotutela – sanatoria – tutte le sanzioni e/o richieste di pagamento dovute alle interpretazioni di cui in premessa, in presenza di impianti che di fatto siano in regola con le norme in tema di revisione e di controllo dell’efficienza comprese quelle che sono state penalizzate dal cambio di valore del “bollino” che non era reso disponibile sul mercato per un lungo periodo; disporre che vi sia maggiore collaborazione tra il concessionario del servizio e i manutentori.
Basta verifiche a tappeto Per concludere, «in questa vicenda che sa di labirinto burocratico con sfaccettature economiche di bilancio che deve rimanere garantito alle casse del Comune di Perugia – affermano le aziende del settore – sarebbe bene evitare che gli errori umani dei manutentori vengano sistematicamente sanzionati, mentre gli errori tecnici commessi dal personale di Itambiente che verifica gli impianti passi come errore umano, della serie, due pesi e due misure». Quindi, «basta con le verifiche a tappeto per ottenere il pagamento sistematico dei 140 euro anche se l’utente è in regola con il collaudo e certificazione dell’impianto di riscaldamento con la beffa, altra ciliegina sulla torta, che se l’utente non fa effettuare la verifica dell’impianto, perché a norma, riceve automaticamente una multa di 30 euro per mancata visione».
Fonte: Umbria 24