Canna fumaria non a norma. Oltre tutto con dentro un notevole quantitativo di fuliggine. C’era quasi da aspettarselo l’incendio del 18 ottobre di tre anni fa, a Cencenighe. Il veneziano…
Canna fumaria non a norma. Oltre tutto con dentro un notevole quantitativo di fuliggine. C’era quasi da aspettarselo l’incendio del 18 ottobre di tre anni fa, a Cencenighe. Il veneziano Giuseppe Maggian e l’agordino di cognome e anche d’adozione Artemio Chenet sono imputati d’incendio colposo in cooperazione. Entrambi hanno un’abitazione in via Soppelsa e la procura della Repubblica li accusa di non aver reso sicura una canna fumaria, che era stata costruita in pietra e malta, cioè materiali obsoleti e non rispondeva alle norme di sicurezza vigenti.
Il resto l’ha fatto la quantità di fuliggine, che ha scatenato un incendio tale da mettere in pericolo l’incolumità dei condomini, oltre che degli altri residenti della via. Maggian è difeso dall’avvocato veneziano Carraro, mentre Chenet ha scelto il bellunese Triolo. Nella udienza di ieri, c’è stata qualche schermaglia iniziale, che ha convinto il giudice Scolozzi ad acquisire il rapporto dei vigili del fuoco del distaccamento di Agordo, che quel giorno erano intervenuti per domare le fiamme e bonificare i locali.
Sottovoce si è parlato anche di una trave di legno, che avrebbe favorito il propagarsi dell’incendio. Da capire con maggiore precisione chi aveva deciso di sistemarla proprio in quella posizione, a pochi centimetri da questa pericolosa canna fumaria.
Il pubblico ministero Pesco ha prodotto la propria lista di testimoni e lo stesso hanno fatto i difensori degli imputati. A quel punto, il giudice ha ammesso le prove e fissato per cominciare la loro assunzione l’udienza del 24 giugno, alle 9.30. Seguiranno altri appuntamenti in tribunale, fino alla discussione e alla sentenza di primo grado.
Fonte: Il Corriere delle Alpi