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Smog, caldaie e stufe fuori controllo

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1443001103458.jpg--caminetti_e_sicurezza__3_motivi_per_pulire_la_canna_fumariaLa Confartigianato denuncia: «La Regione cancella il bollino verde e in 4 anni le verifiche di sicurezza sono calate dell’80%»

Vale a poco ordinare di abbassare di uno o due gradi gli impianti di riscaldamento – come ha fatto il sindaco nell’ordinanza di dicembre 2015 per il contenimento dell’inquinamento atmosferico che ci perseguita tutti gli inverni e ancor più quello in corso – se poi nessuno va a controllare l’effettiva temperatura esistente in ambienti chiusi pubblici e privati o verifica lo stato di efficienza e sicurezza, dal punto di vista delle emissioni a camino, delle centinaia di migliaia di stufe, caminetti e caldaie accese a Venezia e nell’intera Città Metropolitana.

«Nel comune di Venezia i rapporti di controllo tecnico sugli impianti di riscaldamento sono diminuiti nell’arco di 4 anni di oltre l’80%, passando dai 39 mila nel 2011, ai 7 mila nel 2015; oltre tutto dalle 2.300 ispezioni di sicurezza alle caldaie in funzionamento eseguite del 2006 si è passati alle 150 dell’anno scorso e, come se non bastasse, la Regione Veneto ha ordinato con una lettera ai Comuni e alle Province di sospendere la certificazione obbligatoria con il bollino-verde, senza prevedere nulla in alternativa».

La denuncia, che prende in considerazione i dati di Agrire, l’Agenzia veneziana per l’energia, arriva dalla Confartigianato e in particolare Massimiliano Rasa e Francesco Costantini, presidenti dei settore impiantistico, rispettivamente di Confartigianato Venezia e Cgia di Mestre, le due associazioni maggiormente rappresentative nel territorio comunale dei manutentori di impianti termici. Il Comune di Venezia, intanto, ha fatto presente alla Regione la necessità di prevedere i controlli su una grande fonte di inquinamento come le caldaie e nel suo sito internet continua ad avvertire i cittadini che possono ritirare nella sede del Servizio fonti di energia e impianti termici, in via Rio Cimetto a Mestre, il “bollino verde” emesso dalle ditte specializzate che dovrebbero controllare lo stato di efficienza, sicurezza e gli scarichi in atmosfera delle caldaie domestiche e civili.

Ma la Regione Veneto ha recentemente ordinato a Comuni e Province di sospendere la vendita del “bollino” che dovrebbe certificare il buon stato di efficienza e sicurezza. «Meno manutenzioni e meno verifiche», riprendono i due rappresentanti delle associazioni di categoria di Confartigianato, «significano meno sicurezza e più inquinamento atmosferico. Tutto questo in una città come Venezia che si è posizionata al terzo posto tra le 30 città più inquinate d’Italia, seguita dalle vicine Padova, Treviso e Vicenza. Una vera e propria camera a gas metropolitana».

La denuncia di Confartigianato si aggiunge a quella di Legambiente che dopo aver realizzato un approfondito studio, ha reso noto che la combustione di biomasse legnose in caldaia produce una quantità di polveri sottili pari a circa il 50% delle emissioni totali nell’aria, soprattutto a causa del consumo di pellet per usi domestici che è aumentato del 700% negli ultimi cinque anni, cosicché una stufa standard emette Pm 10 in una quantità 500 volte maggiore rispetto a quella di una caldaia a gas metano. Sono numeri inquietanti che rendono l’idea sul perché l’aria che respiriamo è così inquinata e non solo per colpa del traffico sulle strade, sui canali di Venezia, sopra l’aeroporto e per le due centrali termoelettriche attive a Porto Marghera. Per rendersi conto del peso delle polveri emesse da stufe e caldaie, basta rivedere i dati dell’indagine realizzata all’Arpav in Veneto nel 2013, secondo i quali il 34% degli utenti intervistati utilizza legna, di cui il 29% per riscaldare l’abitazione, il 2% per cucinare ed il 3% per entrambi gli usi.

I mancati controlli sulle emissioni di polveri sottili dagli impianti di riscaldamento potrebbero mettere in moto anche la Procura della Repubblica di Venezia che ha già sentito i pediatri che hanno denunciato l’aumento di patologie infantili in concomitanza con i prolungati superamenti del limite di sicurezza per le polveri sottili che avvelenano l’aria, malgrado le rigide normative esistenti. In Procura arriveranno anche gli esposti-denuncia annunciati da comitati e associazioni ambientaliste.

 

Fonte: La Nuova

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