Una signora in difficoltà economiche non può lavare i figli con acqua calda. Grazie a Facebook, un tecnico si offre di risolvere il problema per il quale altri chiedevano 600 euro
GROSSETO. Nel grande gruppo che sta crescendo in questi giorni su Facebook – “ Te lo regalo, se vieni a prendertelo a Grosseto e dintorni ” – c’è anche chi regala le proprie prestazioni professionali. C’è chi ripara armadi, salda gli oggetti che vengono regalati e che hanno bisogno di qualche correzione. E chi addirittura è andato in una casa e ha fatto un’opera buona riparando (senz’alcuna spesa per l’utente) una caldaia ko che teneva al freddo una famiglia in difficoltà economica.
La famiglia abita in centro a Grosseto ed è composta da una signora con due bambini. La donna ha veramente pochissime possibilità economiche, e quando la caldaia ha smesso di funzionare si è spalancato per lei il drammatico problema di aggiustarla. Consapevole di non riuscire probabilmente a farcela ma consapevole di dover provarci per non tenere i figlioletti al gelo, la signora ha chiamato l’assistenza, ma da qui in poi le si è aperta una storia particolare, che ha incrociato da un lato la venalità di alcuni e dall’altro la generosità di altri.
Un primo tecnico che si è recato da questa donna le ha chiesto per la riparazione 610 euro più Iva. Un secondo operatore chiamato successivamente ha fatto calare il pezzo ma, adducendo ancora problemi concreti che avrebbero avuto bisogno di riparazione, così almeno sembrava, le ha chiesto comunque 200 euro. «La signora era disperata perché non se lo poteva permettere – racconta Monica Loddi, fondatrice del gruppo Fb che ha lanciato l’aiuto – Lei stessa non poteva accendere il riscaldamento, fare una doccia calda, lavare i bimbi piccoli con acqua calda. Tutti stavano al gelo». Finché proprio dal gruppo Fb è spuntato «Vincenzo il caldaista, di Ass casa, che ha saputo questa storia e si è offerto subito come volontario per riparare gratis la caldaia a questa signora che aveva bisogno di aiuto».
Con sincera commozione, Monica racconta questa storia e riferisce le parole del caldaista di buon cuore, che appena si è fatto avanti ha detto subito: “è mio dovere aiutare queste persone, io il lavoro ce l’ho e non è un problema”. Il punto di questa storia è che, quando Vincenzo è andato subito a casa della signora, ha valutato fin dalla prima ispezione che la caldaia non era rotta ma aveva semplicemente un filo scollegato. «È bastato ricollegarlo per risolvere il problema che evidentemente non necessitava – spiega Monica – di 600 euro né di 200 euro, ma solo di correttezza e buona volontà».
Subito dopo la caldaia ha ripreso a funzionare, il riscaldamento si è riacceso, i bimbi sono stati lavati con acqua calda. La signora, con gli occhi sgranati, ha ringraziato Vincenzo e questo gruppo dei “buoni” che, grazie alla rete e alla potenza dei social network, sta aiutando chi non ce la fa, unendo tra loro persone con buoni sentimenti.
fonte: Il Tirreno