Il difensore ha chiesto un incontro con i nonni di Michael, morto a 17 anni
I genitori di Michael Minunno, morto per il monossido di carbonio a soli 17 anni nella casa dell’amico la notte di Capodanno, hanno aperto una causa civile, mentre i nonni materni del ragazzo si sono costituiti parti civili all’udienza penale nei confronti del proprietario dell’appartamento, che punta però il dito contro la difettosa installazione della caldaia killer che solo per miracolo non ha fatto anche un’altra vittima.
A poco più di un anno dalla tragedia che si è consumata in una casa di corte di via Ponti a Vimercate, questo lo scenario giudiziario che ieri ha avuto un’altra puntata con l’udienza preliminare davanti al giudice del Tribunale di Monza Patrizia Gallucci che vede il papà dell’amico di Michael Minunno imputato di omicidio colposo.
All’udienza fissata dopo la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo, la difesa dell’imputato ha chiesto al giudice un rinvio per prendere contatto con i nonni materni del diciassettenne, probabilmente per discutere su un eventuale risarcimento dei danni (che invece sarà deciso dal giudice civile nella causa in corso davanti al Tribunale di Monza per i genitori di Michael, che quindi non si sono costituiti parti civili anche in sede penale).
All’udienza la difesa del proprietario dell’appartamento ha anche depositato la memoria già presentata nella causa civile che punterebbe il dito contro la difettosa installazione della caldaia, che potrebbe anche scagionare l’imputato dall’accusa di non avere adempiuto alla necessaria manutenzione dell’impianto e chiamare al processo come responsabile civile per i risarcimenti la ditta costruttrice o che ha installato la caldaia. Non è escluso che venga disposta una perizia sulla caldaia. Il giudice ha accolto la richiesta della difesa rinviando l’udienza preliminare al 5 aprile.
Fonte: Il Giorno